Applicare il peer tutoring fuori da scuola si può, anzi, si deve fare.
Il termine peer tutoring può essere tradotto come “educazione tra pari” o “insegnamento reciproco” che, applicato al contesto scolastico, individua uno studente che insegna (tutor) e uno che riceve l’insegnamento (tutee).
I ruoli di tutor e tutee possono essere fissi o essere invertiti (fixed role o reciprocal role) ma soprattutto possono essere svolti sia da alunni di pari livello (same level) sia da studenti di differenti fasce d’età (cross level).
L’attività di tutoraggio in senso stretto va attentamente pianificata con uno sforzo non indifferente da parte del docente. Abbonda ormai la letteratura in merito che fornisce delle chiare linee guida sulla progettazione, gestione e valutazione dell’attività.
Questo metodo può essere felicemente esportato anche fuori dall’aula, quando si tratta di uscite didattiche e viaggi scolastici, e applicato a vari livelli.
Per una buona riuscita dell’attività è importante la collaborazione e la cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti: insegnante, studenti, operatori esterni.
Nei prossimi post analizzeremo alcune esperienze positive nell’applicazione del peer tutoring prima, durante e dopo l’uscita didattica.
Ecco in anteprima i titoli dei prossimi post:
Il peer tutoring in aula prima di un’uscita didattica
Prima e quinta elementare insieme alla scoperta della Roma antica
Antichi mestieri: un esempio mirato di peer tutoring (cross level )
Stay tuned!
[PP]
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