Studenti di sana e robusta Costituzione

Il 22 dicembre di quest’anno la nostra Carta costituzionale compie 70 anni, ma la festa è cominciata già due anni fa, con l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Un logo e un sito internet (www.settantesimo.it) è stato messo a disposizione di tutti coloro che vogliono conoscere le iniziative, che il governo ha messo in campo per celebrare le tappe di un lungo cammino politico.

Una domanda però può sorgere spontanea: quanto le celebrazioni sono funzionali all’obiettivo di far conoscere i principi della nostra Costituzione alle generazioni in età scolare? Celebrare generalmente è sinonimo di festeggiamenti, ma quando gli invitati sono tanti e tanto diversi fra loro non si corre il rischio di conoscere poco e male la festeggiata e partecipare per il solo gusto di saltare un giorno di scuola?

Se si è invitati ad una festa bisognerà almeno conoscere bene chi ci ha invitato, magari anche per comprendere perché ci stiamo dando da fare per celebrarla. Ciononostante la Carta costituzionale è forse il testo che meno si legge a scuola. Tuttalpiù se ne studiano le vicende storiche che l’hanno preceduta: il fascismo, la seconda guerra mondiale, la lotta di Liberazione, l’Assemblea costituente. Velocemente la Costituzione scivola via dalle pagine del manuale di storia senza neppure accorgersene, risucchiati dallo studio del nuovo assetto politico ed economico internazionale che la fine della seconda guerra mondiale ha generato.

Eppure, tra pochi mesi, saremo tutti invitati alla sua festa e i più assidui frequentatori dell’evento saranno proprio gli studenti e gli insegnanti. Non si dovrebbe allora perdere l’occasione per mettere – io dico una volta per tutte – la Costituzione al centro della didattica scolastica e cominciare a leggerne almeno i principi fondamentali, accompagnando gli studenti in percorsi formativi guidati, che abbiano come obiettivo la comprensione dei valori che sono alla base della Carta.

Ma la Costituzione non è un manuale da tenere nel cassetto e utilizzare all’occorrenza. La Costituzione è la maglia del nostro vivere comune, del nostro essere una società democratica. Non un testo quindi da leggere sui banchi di scuola, ma una Carta viva, che si attua nella quotidianità, nell’incontro con l’altro, nello sguardo sul paesaggio, nell’immersione nella cultura, nel confronto con la diversità. Un ipertesto insomma, che ci accompagna in ogni luogo e che lo riempie di contenuti e che ben si adatta a una didattica che concilia studio e territorio, come nel progetto già avviato in provincia di Modena da Paola Gemelli e Daniel Degli Esposti, descritto nel post “Senti che Storia“.

E’ questo il significato delle parole di Piero Calamandrei, pronunciate nel 1955 davanti agli studenti che gli domandarono di spiegare la Costituzione con parole semplici: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

[SF]

 

 

 

 

 

 

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